TRATTAMENTO E GESTIONE DELLE CEFALEE

La gestione delle cefalee (anche primarie) in molti Paesi è, per i fisioterapisti specializzati, un’attività di routine.
In Italia, pur trattandosi di una modalità ancora nuova, esistono percorsi terapeutici consolidati, come quelli proposti dal nostro team (neurologo, fisioterapista, nutrizionista e psicologo), ormai a livello degli altri Paesi.

Da anni la ricerca scientifica ha dimostrato la correlazione dei disordini muscolo-scheletrici di rachide cervicale e mandibola con l’insorgenza dei mal di testa e il loro ruolo peggiorativo nei casi in cui il mal di testa abbia un’origine neurologica (es. emicrania e cefalea tensiva).
Il trattamento viene impostato in base al risultato della prima visita, in cui dovrà essere individuata l’area cervicale o mandibolare che avrà una maggiore corrispondenza con il dolore percepito dal paziente.

Il trattamento prevede l’utilizzo di tecniche di terapia manuale, insieme ad un programma di esercizi ed a consigli di gestione del dolore durante la vita quotidiana.
I risultati verranno inoltre monitorati a 3 e 6 mesi dall’inizio del trattamento.

Ecco l’elenco di alcune delle patologie trattate nel nostro centro:
CEFALEA E VERTIGINI

Emicrania
Cefalea tensiva
Cefalea a grappolo
Cefalea cervicongenica
Nevralgia occipitale
Vertigini
Dizziness o sbandamenti

DISORDINI TEMPORO MANDIBOLARI

Dolore oro-facciale
Instabilità disco articolare
Mialgie ed artalgie articolazione teporo-mandibolare

PATOLOGIE RACHIDE CERVICALE

Cervicalgia con o senza irradiazioni
Ernia cervicale
Esiti colpo di frusta e/o traumi cervicali

PATOLOGIE ARTO SUPERIORE

Disordini tendini cuffia dei rotatori
Spalla dolorosa
Spalla congelata
Lussazioni spalla
Epicondilite, epitrocleite e patologie del gomito
Tendinopatie polso e mano

TERAPIA MANUALE

MOBILIZZAZIONI ARTICOLARI

Le mobilizzazioni articolari riguardano una vasta gamma di tecniche manuali mirate al recupero del movimento, oltre che alla riduzione del dolore. Ogni articolazione, per permettere un arco completo di movimento, necessita che le superfici articolari siano in grado di svolgere i cosiddetti movimenti accessori. Questi sono scivolamenti che avvengono all’interno dell’articolazione, e che permettono ai due capi ossei di rimanere a contatto, riducendo le forze compressive e favorendo il movimento fisiologico. Il recupero dei movimenti accessori permette alle articolazioni di muoversi liberamente. Le tecniche non provocano dolore, ed il movimento viene testato subito dopo l’applicazione della tecnica per poterne apprezzare gli effetti.

MANIPOLAZIONI VERTEBRALI

Manipolazione della giunzione cervico-toracica
Tecniche di terapia manuale che prevedono la totale assenza di aiuto da parte del paziente, il pre-posizionamento della colonna vertebrale e l’applicazione di un impulso ad alta velocità e bassa ampiezza che generi un crack udibile.
Queste tecniche sono molto utili per la gestione del dolore sia locale, che a distanza. Infatti, l’obiettivo che si pongono le manipolazioni, alla luce dei risultati della ricerca scientifica, non è quello di sbloccare o riallineare la colonna (anche perché i pochi effetti meccanici che si registrano durano al massimo poche ore). Queste sono tecniche la cui efficacia è riscontrabile soprattutto per gli effetti che hanno sul sistema nervoso, oltre che su quello muscolo-scheletrico.
Il ruolo della manipolazione può essere paragonato all’interruttore della luce: se lo pigiamo la luce si accende o si spegne, non perché ci siano state modificazioni nel quadro elettrico, ma perché è stato aperto o chiuso un circuito. Le manipolazioni hanno un effetto simile su quei complessi circuiti che portano l’informazione dal sistema muscolo-scheletrico al cervello con l’obiettivo di spegnere il circuito o ridurne l’intensità.
Escluse possibili controindicazioni, rilevabili dagli esami strumentali, sono tecniche che hanno un effetto rapido sul dolore che tenderà a ridursi di un 70/80% dopo le prime 2-3 sedute.

MANIPOLAZIONE MIO-FASCIALE

Manipolazione fasciale
Queste tecniche riguardano il trattamento manuale dei cosiddetti “tessuti molli”, ovvero muscoli, tendini e fascia. Tramite test di movimento è possibile individuare le catene cinetiche mio-fasciali disfunzionali, che possono portare a trattare punti a monte o a valle dall’area di percezione del dolore. Il sistema motorio non funziona in maniera selettiva, ovvero per permettere il movimento di un’articolazione si mettono in moto catene muscolari molto ampie per consentire che il movimento sia stabile ed efficiente. Per cui possono esserci molti punti attivi, cioè che generano dolore percepito da altre parti, nelle aree limitrofe alla zona di disturbo. Generalmente il trattamento genera dolore nelle zone trattate durante l’applicazione della tecnica, e possibile dolenzia nelle 48 ore successive. Questo processo è fondamentale per creare una piccola area infiammatoria locale transitoria e utile alla rigenerazione dei tessuti. L’esecuzione di semplici movimenti nella fase subito successiva all’applicazione della tecnica, così come l’utilizzo di taping neuromuscolare, facilitano il processo di guarigione.

CONCETTO MULLIGAN

(Mobilizzazioni con movimento).

Il concetto Mulligan è l’unico approccio di terapia manuale “ibrido”, ovvero in cui la tecnica viene applicata durante il movimento doloroso del paziente (componente passiva + componente attiva). Consiste, infatti, in una correzione meccanica del distretto articolare ritenuto disfunzionale mentre il paziente esegue il movimento che rievoca il dolore familiare. La tecnica presenta le seguenti caratteristiche:
• Immediata assenza o notevole riduzione del dolore
• Ripetizione del movimento fino a fine corsa oppure con un carico
• Risultati duraturi nel tempo grazie all’applicazione di tape anaelastici e l’insegnamento al paziente su come eseguire da solo la tecnica a casa.
L’effetto positivo sul dolore, sembra non essere dovuto solo a modificazioni di tipo meccanico. La variazione dei rapporti articolari durante il movimento crea un’esperienza motoria nuova, in grado di influenzare il sistema fino alle aree di programmazione motoria all’interno del sistema nervoso centrale. Ha la stessa funzione di reintegrare un giocatore infortunato all’interno della squadra: il solo fatto che sia guarito non lo porta necessariamente ad avere un rapporto fluido e sinergico coi compagni durante la partita. Queste tecniche hanno la funzione di permettere che un distretto articolare riesca a collaborare efficacemente con le aree limitrofe, cosicché il movimento sia di qualità ed indolore.
È necessario chiarire che non esiste una tecnica migliore di un’altra, ma la tecnica giusta, sulla persona giusta al momento giusto. Una delle certezze che abbiamo riguardo la terapia manuale è che la sua efficacia è a breve termine, cioè dura poco! (ore, giorni o settimane). Ma il motivo per cui una persona si rivolge ad un professionista spesso non è solo quello di gestire il dolore nella fase iniziale, ma fare in modo che il problema non si ripresenti. Per questo verrà sempre proposto un programma di esercizi da eseguire in studio o a domicilio, che risulta essere la strategia che ha maggior risultato a lungo termine. Ogni tecnica manuale ha come obiettivo quello di rendere il sistema muscolo-scheletrico abile ad essere rieducato tramite il movimento.